L’ASO PER L’ODONTOIATRIA SPECIALE

Sono professionalmente preparata ad accogliere e a fornire la corretta assistenza odontoiatrica ad un paziente fragile?

Questa è la domanda che ogni assistente di studio dovrebbe porsi prima di approcciare un paziente fragile o con disabilità. Si può dire, infatti, che il concetto di fragilità spesso consiste con quello di disabilità. L’ASO deve saper gestire le situazioni di odontoiatria speciale.

In Italia la disabilità incide in misura superiore al 5% della popolazione con una tendenza sicuramente in aumento negli anni. Per questo motivo non è raro che l’ASO, durante la sua attività clinica quotidiana, debba confrontarsi con pazientispeciali”. L’assistente di studio ha, pertanto, la necessità di conoscere l’approccio terapeutico migliore a seconda della disabilità nonché di imparare a gestire eventuali complicazioni.

Questi pazienti necessitano indubbiamente di un particolare approccio terapeutico e di tempi di lavoro differenziati rispetto a quelli previsti dalla normale attività routinaria. Questi tempi devono essere adeguatamente calcolati per non dover affrettare le varie fasi del trattamento e poter dedicare loro il giusto spazio.

Prima di tutto, risulta fondamentale identificare il grado di collaborazione (collaborante, parzialmente collaborante e non collaborante) del paziente. Quest’ultimo guida la scelta del clinico alla modalità d’intervento più opportuna. Questa, di fatto, ricade sul trattamento operativo ambulatoriale nel 75% dei casi; mentre solo nel restante 25% si ha l’esigenza di intervenire in un ambiente protetto quale quello della sala operatoria.

Per svolgere al meglio l’attività clinica ambulatoriale bisogna documentarsi circa le condizioni generali del paziente, i motivi della visita e chiarire l’ordine di priorità delle cure. L’attività assistenziale dell’ASO per l’odontoiatria speciale deve prevedere la preparazione strumentale nonché fornire un aiuto concreto nel controllare i movimenti del paziente (quali eventuali serramenti improvvisi). I movimenti, siano questi volontari o involontari, rappresentano infatti un pericolo tanto per il paziente quanto per l’operatore. Anche la sala operativa deve presentarsi sicura, priva di ingombri inutili e con le giuste protezioni. Infine, è importante che l’ASO impari a conoscere tutte quelle nuove tecnologie (come gli scanner intraorali), che oggi permettono di agevolare l’approccio dell’Odontoiatra nei confronti dei pazienti special needs facilitando il loro accesso alle cure.

Ricordiamo come l’ASO sia il biglietto da visita dello studio e di tutto il suo team. Una parte importante del lavoro dell’assistente odontoiatrico riguarda, infatti, l’attività di accoglienza; quest’ultima particolarmente importante nel caso di pazienti speciali!

In tema di accoglienza, vi suggeriamo di leggere (o rileggere!) il nostro articolo.

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