Materiali e tecniche di sutura in odontoiatria

La sutura è una particolare fase dell’odontoiatria chirurgica e riveste un ruolo fondamentale per la riuscita di un intervento, condizionando in modo importante la guarigione dei tessuti ed il risultato di un eventuale lavoro protesico.

La scelta del tipo di sutura da utilizzare, come la tecnica da adottare, sono di competenza e responsabilità del clinico.

L’ odontoiatra si dedicherà ad una programmazione anticipata dell’intervento ed è buona prassi condividerla anticipatamente con l’assistente, per rendere la preparazione dello strumentario efficace.

Il presupposto di un’assistenza di qualità in fase di sutura è preparare anticipatamente tutto il necessario e, durante l’intervento, divaricare nel modo corretto per dare la migliore visibilità possibile, evitando di trazionare eccessivamente i tessuti molli, ed aspirare dove e quando necessario, o tamponare con garze sterili.

Attraverso la collaborazione ed il supporto dell’ASO si potrà effettuare nel modo più preciso possibile la delicata chiusura dei lembi.

L’importanza della gestione dei tessuti molli per ottenere un corretto risultato estetico e funzionale rappresenta oggi una priorità assoluta e l’ASO dovrà possedere tutte quelle competenze, sia teoriche che pratiche, che gli consentiranno di accompagnare l’odontoiatra attraverso un’assistenza efficace e mirata a tale scopo.

Agli ASO sono richieste delle conoscenze di base sui tipi di sutura esistenti in commercio, i tipi di aghi che le accompagnano.

Le caratteristiche delle suture odontoiatriche

Le suture odontoiatriche si differenziano principalmente per il materiale da cui sono composte e per la loro struttura.

Le suture possono essere di materiali differenti:

  • Naturali: derivano da materie prime naturali, come la seta (non riassorbibile).
  • Sintetiche: ottenute attraverso la polimerizzazione di composti chimici, come il polipropilene ed il poliestere.

E di strutture differenti:

  • Monofilo: costituito da un singolo filamento. Ha una superficie liscia, è meno traumatico ed ha una bassa capillarità, che rende meno probabile la colonizzazione batterica.
  • Multifilo: costituito da più filamenti attorcigliati. Possono essere intrecciati rivestiti per migliorarne la scorrevolezza e ridurre il trauma, pur mantenendo una buona maneggevolezza.

Inoltre, le suture possono essere:

  • Riassorbibili: questi fili si dissolvono naturalmente nei tessuti nel tempo e non necessitano di rimozione. Come, per esempio, materiali sintetici come l’acido poliglicolico (PGA) e polimeri come il poliglecaprone (Vicryl).
  • Non riassorbibili: questi fili devono essere rimossi manualmente dopo un certo periodo, circa 8/10 giorni. Come, per esempio, seta (naturale), polipropilene, poliammide (Nylon) e poliestere.

Oppure, in base al numero di fili abbiamo:

  • Suture continue: il filo non viene interrotto dopo ogni punto, ma viene passato continuamente attraverso i tessuti.
  • Suture a punti staccati o interrotte: il filo viene tagliato e annodato dopo ogni singolo punto.

Il filo è sempre accoppiato ad un ago di varie forme e dimensioni e, con le sue caratteristiche, contribuisce al risultato che si auspica ottenere.

La sutura rappresenta una fase tanto delicata quanto determinante della chirurgia odontoiatrica. Conoscere materiali, tecniche e strumenti non è utile solo al clinico, ma anche all’ASO, che attraverso preparazione e assistenza mirata contribuisce in modo concreto al buon esito dell’intervento.

A cura di Serena Bartiromo

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