In uno studio odontoiatrico ben organizzato, la giornata inizia con un’agenda ordinata e obiettivi
chiari. Eppure, troppo spesso, quando arriva l’ora di chiudere, ci si accorge che le luci sono ancora
accese, qualcuno sta finendo di sterilizzare gli strumenti, un dottore è rimasto a compilare la
cartella, e l’Assistente si ritrova ad uscire molto dopo l’orario previsto.
Non è solo questione di orologio: è questione di equilibrio. Di metodo. Di sistema.
Essere puntuali non significa correre, né sacrificare la qualità. Significa saper costruire un flusso di
lavoro che rispetti i tempi fisiologici delle persone, delle procedure e delle relazioni.
La puntualità è il risultato visibile di una buona organizzazione invisibile. È la conseguenza naturale
di processi chiari, condivisi e ripetibili.
Quando, invece, si accumulano ritardi, disordine o stress, è utile fermarsi e chiedersi: perché
accade? Il Problem Solving comincia proprio da qui: dal “perché”.
Perché le sterilizzazioni finiscono sempre oltre l’orario? Perché le agende slittano di mezz’ora dopo
la pausa pranzo? Perché il riunito non è pronto quando arriva il paziente successivo?
Forse le pause non coincidono con i flussi dei pazienti.
Forse le attività di riordino non sono equamente distribuite.
Forse mancano protocolli precisi per la chiusura o il passaggio di consegne.
O forse, semplicemente, si è lasciato che la routine sostituisse la riflessione.
Ogni volta che qualcosa “non funziona”, il primo passo non è cercare un colpevole, ma capire il
processo.
Come insegna Deming, “se non puoi descrivere ciò che stai facendo come un processo, non sai cosa
stai facendo”.
Dietro a ogni piccolo disagio quotidiano c’è un ingranaggio che può essere migliorato.
Il Problem Solving è la capacità di osservare, analizzare e proporre.
Significa passare da una mentalità passiva (“succede sempre così”) a una attiva (“possiamo fare
meglio”).
Significa essere protagonisti del miglioramento continuo, anche nelle cose più semplici: la
disposizione degli strumenti, la sequenza delle sterilizzazioni, la gestione del magazzino, la
comunicazione con la segreteria, la puntualità dei richiami.
Un’ASO che osserva e propone soluzioni è un valore strategico per tutto lo studio.
È colei che traduce l’esperienza in prevenzione, che nota dove si perdono minuti preziosi e dove si
possono guadagnare serenità e precisione.
Perché cinque minuti risparmiati oggi — senza affanno, senza improvvisazione — sono cinque
minuti guadagnati per il benessere del team e la qualità della vita.
Un suggerimento pratico?
Create insieme, come team, una piccola checklist di chiusura: chi sterilizza cosa, chi riordina i
materiali, chi controlla l’agenda del giorno dopo, chi verifica la disponibilità dei presidi. Pochi
minuti dedicati a una routine ben definita eviteranno ore perse nei giorni successivi.
La vera puntualità non nasce dalla fretta, ma dalla prevedibilità.
Dal sapere cosa fare, quando farlo e come coordinarlo con gli altri.
È una forma di rispetto — verso il paziente, verso i colleghi, e verso se stessi.
Lavorare in modo puntuale e sereno significa sentirsi parte di un ingranaggio armonico, dove ogni
ruolo è essenziale e ogni gesto ha un senso.
Significa chiudere la porta la sera con la sensazione di aver fatto bene, con ordine, con dignità.
Perché la differenza tra chi resta sempre in ritardo e chi esce puntuale non è la fortuna… è
l’organizzazione.
E l’organizzazione è un atto di intelligenza condivisa: nasce dal Problem Solving quotidiano, da
quel pensiero pratico e positivo che trasforma ogni difficoltà in una piccola occasione per
migliorare.
E allora, domani, quando guarderai l’orologio a fine giornata, chiediti:
“Cosa posso fare, insieme al mio team, per uscire cinque minuti prima… e con un sorriso più
grande?”
Da quella domanda comincia il vero percorso verso il cambiamento.