L’Endodonzia: il ruolo fondamentale dell’ ASO

Come assistenti di studio odontoiatrico, quasi quotidianamente, ci troviamo ad affrontare un intervento: la terapia canalare.

Si tratta di un trattamento che spesso divide: c’è chi lo ama e chi lo detesta.
L’endodonzia, branca dell’odontoiatria dedicata alla cura dei canali radicolari con l’obiettivo di salvare il dente, richiede da parte degli assistenti, una grande capacità organizzativa e una conoscenza approfondita di ogni singolo passaggio, della strumentazione da utilizzare e del materiale da preparare, da passare o da montare al momento giusto.

Sono tante le cose da tenere sotto controllo, tanti i passaggi da anticipare e cose da eseguire nei tempi corretti.
Oltre a questo, l’assistente ha come compito principale l’accudimento del paziente, la sua rassicurazione e l’attenzione al suo benessere prima, durante e dopo la terapia.

Un trattamento canalare ortogrado (che consiste nell’accedere al sistema dei canali radicolari attraverso la corona del dente) è composto da fasi precise che un bravo assistente conosce alla perfezione, tanto da anticipare e mettere in condizione l’odontoiatra di mantenere il focus visivo, evitando sprechi di tempo e consentendo di procedere in sicurezza.

L’attività principale della procedura è, senza dubbio, dell’odontoiatra, ma non può essere messo in discussione che un‘assistenza di qualità e un forte affiatamento medico/assistente portino a risultati nettamente migliori, sia in termini di qualità della prestazione sia della velocità di esecuzione.

Dall’apertura della camera alle medicazioni intermedie fino alla chiusura, l’assistente è parte attiva dell’intero intervento.
Il nostro obiettivo, se vogliamo diventare assistenti di studio odontoiatrico davvero efficaci, è quello di pensare e predisporre tutto ciò che occorrerà dall’odontoiatra.
Insomma, l’obiettivo è arrivare ad un livello di conoscenza tale da poter chiedere a se stessi: io cosa farei in questo momento?
Se siamo riusciti ad acquisire le conoscenze adeguate, sapremo certamente montare sui manipoli le frese giuste per arrivare all’apertura della camera e avremo preparato il tray del dottore ed il nostro in modo adeguato.

Sapremo quando montare la diga, con quale uncino, il localizzatore, strumenti manuali e rotanti, li sapremo mettere a misura, predisporremo i lavaggi, coni di carta e materiali per la medicazione, o coni di guttaperca per la chiusura con relativo cemento, compattatori, ecc..

Le fasi di assistenza di un trattamento canalare sono per l’ASO molteplici ma ben chiare e applicarle nel modo giusto implicherà anche il rispetto delle tempistiche necessarie a rendere fluida ed organizzata la seduta.

Tutto ciò si traduce in minore stress per il paziente e in una gestione più efficiente dell’agenda dello studio. Eliminare ciò che non serve dal tray, predisporre in anticipo le fasi successive, annotare i dati clinici in tempo reale: sono abilità che permettono all’ASO di rendere la seduta semplice, organizzata e sicura.
La capacità di elaborare più azioni contemporaneamente, stabilendo priorità e tempistiche, è ciò che distingue un’assistenza di livello.

In questa sede non entrerò nei dettagli tecnici di ogni fase, ma in questa particolare occasione il messaggio che vorrei inviarvi è uno e fondamentale: la collaborazione all’interno di un team, e in particolare in questo caso clinico, tra medico ed assistente, è la chiave per ottenere i migliori risultati.

Studiare tanto, aggiornarsi continuamente, avere una mente elastica, capace di elaborare su più fronti, velocità e precisione nell’esecuzione per garantire comfort al paziente e creare un ritmo di lavoro efficiente, sono le basi di questa splendida professione sanitaria, o come la chiamo io, passione che si traduce in lavoro.

Serena Bartiromo – ASO e Formatrice ASO

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