Prevenzione e sicurezza negli studi odontoiatrici sono cruciali per ridurre il rischio di contagio tra gli operatori sanitari in un ambiente considerato “ad alto rischio di esposizione”: gli operatori degli studi infatti eseguono o assistono procedure che generano aerosol; nuove scoperte suggeriscono anche che la saliva emessa con la tosse, con droplet respiratori e attraverso la mucosa orale, rappresenti un vettore di trasmissione del SARS-CoV-2 e, di conseguenza, il virus può essere facilmente veicolato dalla maggior parte delle manovre odontoiatriche.
Per proteggere sé stessi, e di conseguenza gli altri, bisogna quindi rivedere le proprie modalità operative.
L’articolo che proponiamo ha avuto lo scopo di raccogliere evidenze dalla letteratura scientifica per riassumere delle linee guida operative tali da ridurre il rischio di trasmissione del virus negli studi odontoiatrici. Sono stati, inoltre, evidenziati alcuni quesiti ancora irrisolti sulle possibilità di diagnosticare il COVID-19 (Coronavirus Disease 2019) e le direzioni future per ottimizzare la pratica clinica quotidiana.
Ultimo, ma non meno importante, si parla di un test diagnostico rapido e attendibile che consenta di individuare i pazienti COVID-19+ in entrata nello studio dentistico, permetterebbe di lavorare in un regime di semi-ordinarietà, rimandando i trattamenti di pazienti infettivi o sospetti o trattandoli solo in caso di reale urgenza, riservando a questi pazienti i DPI di alto livello di protezione, in un momento in cui ce n’è scarsa disponibilità, e le misure di sicurezza e prevenzione straordinarie.