La competizione è una forza potente nella società moderna, alimentando la corsa al successo individuale e la continua ricerca di primeggiare sugli altri. Spesso viene vista come la leva principale per migliorarsi, per alzare l’asticella e per ottenere risultati sempre più ambiziosi. Ma è davvero così anche nei contesti professionali in cui il gioco di squadra è alla base del buon funzionamento? È sempre la sfida tra colleghi a portare i risultati migliori?
Nel contesto di uno studio odontoiatrico, dove la precisione, la fiducia e la comunicazione tra i membri del team sono fondamentali, il confine tra una competizione sana e una rivalità distruttiva può essere molto sottile. E allora vale la pena chiedersi: che tipo di competizione vogliamo nutrire? Quella che ci stimola a dare il meglio di noi stessi, oppure quella che mina il clima di lavoro e spezza la collaborazione?
La vera forza di un team – e questo vale per ogni ambito, ma ancor di più nel settore sanitario – non sta nell’abilità di un singolo di brillare più degli altri, ma nella capacità collettiva di lavorare in sintonia, come un’orchestra. Ogni elemento ha un ruolo preciso, e solo se tutti suonano insieme si può produrre qualcosa di armonico.
Non tutte le forme di competizione sono da condannare. Una competizione positiva può stimolare la crescita personale, accendere la curiosità, spingere a cercare soluzioni nuove. È quella che nasce da un ambiente in cui ci si confronta con rispetto, in cui si valorizzano i successi altrui come spunti da cui imparare, e non come minacce da temere.
La competizione negativa, invece, è quella che logora i rapporti, crea tensioni silenziose, e trasforma i colleghi in avversari. È il tipo di atteggiamento che porta a nascondere informazioni, evitare il confronto, o peggio ancora, sperare che l’altro fallisca per poterne approfittare. In uno studio dentistico, questo può manifestarsi in modo ancora più dannoso, come nel caso in cui un odontoiatra umilia l’ASO davanti al paziente, minando non solo la fiducia interna ma anche la percezione del paziente riguardo alla professionalità dello studio. Oppure, quando un’ASO più anziana esercita forme di nonnismo sulla nuova collega, creando un ambiente di lavoro esclusivo e divisivo, invece che accogliente e collaborativo. Questi comportamenti non solo compromettono la qualità del servizio e rallentano i processi operativi, ma, cosa ancora più grave, fanno percepire al paziente una mancanza di coesione tra il team, generando una sfiducia che può avere effetti devastanti sulla reputazione dello studio.”
“Nell’Elogio della Sintonia” vogliamo mettere in discussione il mito della competizione come unica via per eccellere. Scopriremo insieme che la vera eccellenza nasce quando si lavora in un clima di fiducia, ascolto attivo e sostegno reciproco. Quando un’assistente sa anticipare i bisogni del dentista non perché vuole dimostrare qualcosa, ma perché si fida e conosce bene la persona con cui lavora. Quando il personale alla reception accoglie ogni paziente con un sorriso autentico perché sente di far parte di qualcosa di più grande del semplice “turno in studio” o quando l’ASO più esperta, invece di esercitare potere, si fa mentore della nuova arrivata, condividendo conoscenze, risorse e supporto. In questo caso, la sinergia tra le due figure genera un’atmosfera di cooperazione che porta l’intero studio a prosperare.
In un periodo in cui si parla costantemente di innovazione digitale e intelligenza artificiale, è facile dimenticare che il vero motore del cambiamento è, e resterà sempre, l’essere umano. Anche con i software gestionali più evoluti o i macchinari all’avanguardia, se manca la sintonia tra le persone, tutto si inceppa.
La collaborazione non si improvvisa. È il frutto di una cultura aziendale che valorizza il contributo di tutti, che premia l’iniziativa condivisa più dell’exploit solitario. Una cultura che non ha paura del confronto, che forma le persone non solo dal punto di vista tecnico, ma anche relazionale. Un ambiente dove fare domande non è visto come segno di debolezza, ma come volontà di crescere.
In fondo, la produttività non dovrebbe essere una “missione impossibile”, ma il risultato naturale di un ambiente di lavoro positivo, sano e collaborativo. Niente frasi motivazionali incollate sulle pareti o slide piene di promesse. Ma esempi reali, quotidiani, di come si costruisce fiducia, rispetto e appartenenza.
Un team odontoiatrico forte non è quello dove ognuno lotta per emergere, ma quello in cui ogni professionista si sente parte integrante del risultato finale. Dove il successo non si misura solo in numeri, ma in volti soddisfatti, in pazienti fedeli e in giornate lavorative piene di senso.
Smettiamo di vedere i nostri colleghi come rivali e iniziamo a considerarli per ciò che sono davvero: alleati indispensabili in un percorso comune. Perché in uno studio odontoiatrico, e nella vita, la vera eccellenza si raggiunge insieme.
Vi aspetto al nostro prossimo all’Expodental Meeting di Rimini per dare continuità a questa riflessione e trasformarla in azione. Insieme analizzeremo casi concreti e strategie mirate per trasformare attriti in collaborazione, gestendo critiche, stress e leadership inefficace. Affronteremo strategie per migliorare fiducia e riconoscimento reciproco, passando da rivalità a un team armonioso e produttivo.
Elogio della sintonia: meno competizione, più cooperazione
Data: Venerdì 16 maggio
Ora: 11:00
Luogo: Expodental Meeting di Rimini – Sala Golgi