Quanto incide l’ASO sulla qualità clinica

Quando si parla di qualità clinica in odontoiatria, la maggior parte delle persone pensa immediatamente alla competenza dell’odontoiatra, alle tecnologie utilizzate o ai materiali impiegati.

Nell’immaginario collettivo ancora si fa fatica a realizzare che la qualità clinica dipende in modo diretto dal lavoro dell’ASO. Non “aiuto”, non “supporto” ma impatto strutturale.

L’ASO è l’asse portante di tutto ciò che succede prima, durante e dopo una procedura e ne determina la qualità reale.

Il flusso di lavoro di una procedura clinica è come una catena di movimento: se un solo ingranaggio rallenta, rallenta tutto e l’ingranaggio più delicato è proprio il lavoro dell’ASO.

Se anche solo un elemento dovesse mancare o dovesse essere fuori posto, la procedura rallenterebbe, il clinico perderebbe concentrazione aumentando la possibilità di errore.

Un ASO preparato riduce i micro-rallentamenti che, sommati durante la giornata, potrebbero diventare ore di ritardo e comportare stress per l’intero studio.

L’assistente di studio odontoiatrico ha la funzione fondamentale di controllare sistematicamente la qualità delle procedure, la corretta sterilizzazione, la logistica precisa, la corretta sequenza degli strumenti, la gestione dei materiali e infine la prevenzione della contaminazione per impedire le infezioni crociate.

La capacità dell’assistente di studio odontoiatrico di gestire contemporaneamente tutte queste azioni e stabilirne priorità e precisione di esecuzione è spesso data per scontata, come se fosse “semplice routine”.

Invece non lo è. In realtà parliamo di processi ad altissima complessità cognitiva, dove l’ASO ha il compito e la capacità di osservare, prevedere, correggere e intervenire prima che il problema emerga.

La qualità clinica non è data solo da elementi tecnici: è nella figura dell’assistente di studio odontoiatrico che si riuniscono empatia, fiducia e attitudine a rassicurare.

L’ASO sarà capace di gestire in modo adeguato ed efficace tanto il paziente ansioso, accogliendolo, ascoltandolo e tranquillizzandolo, quanto un paziente agitato o diffidente.

Ogni scelta comunicativa influenzerà una molteplicità di aspetti: la collaborazione del paziente faciliterà la procedura, inciderà sulla qualità delle manovre e sul livello di stress del clinico.

Gli errori in odontoiatria non sono quasi mai errori “grandi”, sono perlopiù’ micro-errori ripetuti, spesso evitabili.

È l’ASO che deve assicurarsi che questi errori siano ridotti al minimo, diventando una sorta barriera di sicurezza, sia per il paziente sia per il clinico

Un dentista che lavora con strumenti pronti, illuminazione ottimale, aspirazione corretta, passaggi fluidi e un’ASO che anticipa i suoi bisogni lavora meglio.

Un’ASO è competente, organizzata e anticipatoria contagia con la sua serenità tutto il gruppo, trasformando lo studio in un’orchestra dove ognuno suona il proprio strumento ma in sintonia con gli altri, creando un’unica meravigliosa musica.

La qualità clinica non dipende solo da chi esegue la procedura, ma anche da chi la rende possibile.

La figura dell’ASO risulta essere quindi la base su cui si poggia la qualità clinica.

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